Certo sembrerà strano un articolo su di un cimitero, ma questo è uno dei luoghi in Italia divenuto monumento per la sua antichità e particolarità che scopriremo insieme: il Cimitero delle Fontanelle di Napoli.
La storia
Sotto uno dei Rioni più storici ed antichi di Napoli, il Sanità, ecco che nasce questo cimitero nella via omonima, ricco di tradizioni storiche il cui luogo venne deciso un po’ distante dalla città, proprio per diventare una necropoli pagana che nel tempo diviene anche un cimitero cristiano.
All’interno del Cimitero delle Fontanelle di Napoli venivano seppelliti coloro che non potevano avere una sistemazione differente perché troppo poveri e insieme a questi, venivano lasciati anche coloro che erano stati ammalati da epidemie cittadine.
Qui un tempo si trovavano svariate cave di tufo usate proprio per la costruzione della città e dismesse intorno all’anno milleseiciento; l’arrivo della peste e l’epidemia del colera provocando numerosi decessi che non si sapeva dove interrare, le cave divennero un’ottima alternativa; spesso infatti accadeva che nonostante le persone più facoltose richiedessero la sepoltura nelle chiese, se non vi era più spazio, finissero anch’essi e di nascosto nelle cave insieme agli altri.
e le ossa in città
Come spesso accadeva, alcune gallerie usate per gli approvvigionamenti idrici si allagavano e improvvisamente proprio una di queste allagandosi provocò la fuoriuscita delle ossa riposte nel cimitero; in città quindi apparvero le ossa, per le strade vennero raccolte e in seguito ricomposte per essere sistemate nelle grotte.
In seguito a questo incidente, nelle grotte vennero costruiti dei muri ed un altare rendendo così questo spazio, sotterraneo, definitivamente l’ossario cittadino.
Le persone più anziane dell’epoca narravano che erano presenti milioni di ossa senza nome, e che naturalmente si erano confuse tra i più o meno abbienti in città, rendendo quindi gli uni uguali agli altri.
Cimitero pagano o no?
Nel 1872 il Cimitero delle Fontanelle di Napoli divenne visitabile e il Comune ne affidò la sistemazione al canonico Barbati che con il Cardinale Sforza tentò una sistemazione delle ossa realizzando anche una chiesa provvisoria nella prima grotta in attesa di una costruzione migliore.
Questo però non parve piacere al parroco della chiesa delle Fontanelle, il quale non riteneva il luogo essere sacro, ma pagano; quindi in quella chiesa provvisoria si iniziò a celebrare una Messa soltanto in onore delle anime del purgatorio una volta al mese, con una processione a loro riservata soltanto il 2 novembre.
Lentamente con il tempo, questo luogo fu lasciato a sé stesso e poi dimenticato per finire abbandonato (come spesso accade) finché venne messo in sicurezza;
solo nel 2002 avvenne la sua valorizzazione e riapertura, ma solo durante le visite gli altri Monumenti di Napoli.
Lo stato di abbandono del Cimitero delle Fontanelle di Napoli, unì gli abitanti dei dintorni in una manifestazione pacifica che nonostante la sua messa in sicurezza convinse il Comune alla sua riapertura definitiva nel maggio del 2010 per renderlo visitabile come ancora è.
La Chiesa,
Il Cimitero delle Fontanelle è diviso in navate ben distinte in cui riposano i resti di chi è stato ed al suo interno, come dicevamo, troviamo una Chiesa.
Vediamo.
Di fronte all’ingresso principale di questa cava, verso la fine degli anni ottocento del secolo scorso viene costruita la Chiesa di Maria Santissima del Carmine in sostituzione della cappella situata nella cava stessa e dove per un buon periodo sono state svolte alcune celebrazioni; qui vi si accede dall’ala sinistra e vi si trovano la riproduzione della grotta di Lourdes con le statue dell’Immacolata e di Bernadette; sulla sinistra si trovano i resti di un nobile dell’epoca, Filippo Carafa, e di sua moglie su cui vaga una leggenda riguardo la morte; sulla destra troviamo la cappella con la statua del “Cristo deposto” similare al “Cristo velato” di Sammartino ed un finestrone con un presepe.
le navate
Le due navate sono dedicate ai Preti e agli Appestati;
la navata dei Preti vede la presenza di una statua dedicata al canonico Barbati ai cui piedi riposano gli scheletri di due persone che il popolo chiama i due sposi; poco più in là si trova la statua dedicata a San Vincenzo Ferrer, abbastanza inquietante, chiamata il Monacone proprio dal suo abito bianco e nero ma senza testa, al cui posto qualche ignoto pose un cranio rimosso poi durante i lavori di ristrutturazione; proseguendo si trova uno spazio definito “il tribunale” dove sono presenti tre croci su una base di teschi, proprio qui si narra essere stato un luogo di ritrovo per gli antichi giuramenti di sangue degli esponenti della Camorra e dove si decidevano le condanne a morte di chi non ne rispettava le regole.
Nella corsia a destra del Tribunale troviamo il teschio del Capitano, personaggio famoso e forse legato alla leggenda degli sposi sotto la statua del canonico; andando avanti si può vedere il Calvario che prende il nome esattamente dal Monte Golgota che in aramaico vuol dire teschio.
Nella navata degli Appestati si possono vedere numerosi teschi che sembrano esser stati messi lì in base alle condizioni sociali, mentre nel centro troneggia una cappelletta piena di tibie e femori che alcuni chiamano “ossoteca” con un Cristo risorto a rendere l’ambiente in generale molto suggestivo e di impatto molto emotivo.
e le adozioni…
Spesso accadeva che per richiedere una grazia, qualcuno andasse lì ad adottare uno dei teschi presenti; se era una persona di un certo livello sociale sistemava il teschio in una teca e vi faceva incidere i dati per la sua devozione, chi invece non aveva possibilità economiche ma era devoto ugualmente, sistemava il teschio adottato in una semplice scatola.
…delle “pezzentelle”
Tutte queste ossa abbandonate nelle cave e non nei suoli sacri, divennero anime abbandonate per la gente di Napoli, che le chiamò “anime pezzentelle” facendole diventare un ponte tra i vivi e i morti. Da qui si giunse a pensare ad un segno di aiuto reciproco e in base a ciò un tempo si svolgeva un rito particolare, proprio in occasione delle adozioni dei teschi.
Cosa accadeva? Come anzidetto, l’adozione di un teschio in cambio di una grazia prevedeva la sistemazione in un recipiente, teca o scatola;
questo era chiamato il “rito delle anime pezzentelle” perché i crani presenti nel Cimitero delle Fontanelle di Napoli corrispondevano ad anime abbandonate, quindi ad anime “pezzentelle” ed ecco qua il nome del rito e lo “scambio” di aiuto.
La leggenda del Capitano
Ci sono alcune versioni di questa leggenda del Capitano, una “capuzzella” famosa, vediamo quali?
La prima narrazione è quella di una ragazza molto devota a questo teschio, appartenuto forse ad un capitano, e che molto spesso andava a chiedere grazie ed a porgere preghiera finché il suo fidanzato diventato geloso la seguì fino al Cimitero delle Fontanelle e portatosi un bastone lo conficcò in un’orbita del teschio e con derisione invitandolo al loro futuro matrimonio.
Leggenda vuole che il giorno delle nozze, giunse un ospite inatteso vestito da carabiniere a cui proprio lo sposo chiese chi fosse; la risposta non tardò ad arrivare da parte dello sconosciuto che ridendo si spogliò e disse che proprio lui era stato ad invitarlo, ma la vista dello scheletro fece morire all’istante gli sposi e gli altri invitati.
Una versione diversa invece è di una leggenda popolare che narra di un uomo che aveva profanato il Cimitero delle Fontanelle di Napoli, portando lì la sua ragazza per amoreggiare;
il Capitano vedendo ciò si sentì in dovere di rimproverarlo ma ebbe in risposta una risata dall’uomo che non aveva affatto paura di un morto.
Ma sentendo che il Capitano proseguiva nei rimproveri, il giovanotto lo invitò ad andare di persona il giorno del suo matrimonio, invito che venne dimenticato ma non dal Capitano; il giorno delle nozze si presentò un uomo in nero e sconosciuto a tutti con un dono per gli sposi, da consegnare e mostrare solo a loro.
Finito il banchetto gli sposi ricevettero lo sconosciuto per prendere il dono, ma appena questi venne riconosciuto, gli sposi non ebbero tempo di dire o fare nulla perché al solo contatto delle mani, caddero morendo all’istante.
e Donna Concetta
Oltre a quella del Capitano, esiste un’altra leggenda per un’altrettanta “capuzzella” famosa che si trova nel Cimitero delle Fontanelle di Napoli ed è riservata a Donna Concetta o come tutti la conoscono “a capa che suda“.
Cosa distingue questo cranio dagli altri è la sua lucidità costante, infatti se li si osserva un po’ tutti, non ve n’è uno che non sia ricoperto di polvere anche se sistemato in una teca;
ebbene si dice che la lucidatura sia dovuta all’umidità presente grazie al sudore delle anime del Purgatorio sottoposte a fatiche e sofferenze;
sembra comunque che anche Donna Concetta possa esaudire delle grazie e per verificarne la veridicità, basta toccarla e constatare se la mano si bagna.
Se passate per Napoli, visitate il Cimitero delle Fontanelle, sarà una visita molto suggestiva!
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