È accaduto di nuovo.
Nuovamente per mano dell’uomo si sta propagando un disastro ambientale, si propaga a macchia d’olio, esattamente e non metaforicamente parlando.

Saranno sempre esseri inermi, impossibilitati nella difesa che ci rimetteranno le penne, esattamente e non metaforicamente parlando.
Mi chiedo spesso se siano casuali questi accadimenti o se in qualche maniera si possano evitare, si aprono inchieste per cercare responsabili, per cercare chi ha fatto cosa, ma nel frattempo c’è chi sta annegando e soffocando nell’oro nero e c’è chi sta correndo contro il tempo, senza poterlo fermare.
Mi chiedo se si possano evitare questi fatti strani, questi assassinii causati da incurie e mani maldestre, mani che diventano assassine pur indirettamente;
mani che se venissero messe in tasca sarebbe meglio;
mani che se venissero usate per lavorare, farebbero la cosa giusta.

Invece no.
Ci sono mani che lavorano fino a farsi male, fino a sanguinare e mani che non lavorano ma fanno sanguinare e fanno morire.
Si può morire anche senza essere ammazzati.
Il miglior assassino è sempre l’uomo.
Ora il litorale laziale sta soffrendo, io lo frequento quel litorale, già ho registrato incuria notevole in spiaggia, ora anche dei morti potrò registrare, vergognoso.
Ora vige il divieto assoluto di far bere acqua agli animali in pascolo, divieto assoluto di pesca e caccia,

È accaduto di nuovo.
Non sarebbe dovuto accadere, non ancora.
Si sta distruggendo tutto lentamente, rapidamente tutto;   non esiste un freno, una retromarcia, nulla di ciò.

 

 

 

I buchi all’oleodotto hanno lasciato uscire quanto richiesto, ma forse chi ha bucato non era stato in grado di considerare la pressione del liquido stesso,
non aveva pensato che sarebbe potuto accadere questo invece di quell’altro desiderato.
Non sapevano che … non sapevano che altro fare?
Ora chi pagherà? Solo sempre e soltanto gli abitanti dei luoghi, quei poveri uccelli, le tartarughe che vivono lì, le piante…

Già le piante… perché esistono varie coltivazioni lì nei dintorni, le vedo quando percorro l’Aurelia, ci sono campi seminati, animali da cortile e da allevamento;
c’è l’Oasi là e non solo una; ma un’oasi che ci fa vicino ad un posto simile?
Non lo so, so solo che quei bravi non dovevano esser lì a bucare.
So anche che se pagheranno, sarà troppo poco rispetto a chi sta pagando per loro ora e pagherà ancora nel tempo.

 

 

 

Ma sì.
Lasciamo che accada di nuovo, la pioggia laverà tutto, unirà le acque pulite a quelle sporche e cancellerà ogni traccia, di veleno e di ricordi;
così tra breve i colpevoli saranno liberi e tutto tornerà come prima, meglio di prima.
Che ce ne facciamo di uccelli, piante, ambiente pulito?
Nulla.

Gaia…  il conto, per favore!