Impossibile pensare di abbandonare un figlio, soprattutto per chi è già genitore, ecco che per questo nacque la Ruota degli “Esposti”, un’antica novità .
da allora
La nascita della Ruota degli “Esposti” ha luogo in Francia nel 1188 a Marsiglia nell’ospedale dei Canonici a cui ne fa seguito un’altra a Tolone.
In Italia avviene grazie all’allora papa Innocenzo III che dopo un sogno, come alcuni narravano, o al ritrovamento reale di alcuni neonati nel Tevere, a Roma, decide di creare un sistema che andasse incontro a quelle donne che non potevano tenere i loro figli per motivi personali.
Quindi accanto all’ospedale Santo Spirito in Sassia, nei pressi del Vaticano possiamo ancora vedere un esemplare di un’antica Ruota degli “Esposti”.
fino all’abolizione
Durante il diciannovesimo secolo l’aumento delle popolazioni diventa parecchio rilevante e mantenere anche i figli di chi non li vuole inizia ad essere un bel problema per le casse pubbliche, quindi a causa di questo si decide che la Ruota degli “Esposti” dovrà essere eliminata.
La decisione parte da Milano, dove sembra che le donne operaie fossero molto feconde e non avendo sempre tempo per accudire quei numerosi figli, utilizzassero la Ruota degli “Esposti” quale sistema comodo e rapido, quindi stop alle ruote.
ed al ritorno della Ruota degli “Esposti”
Se per un lungo tempo non se n’è più sentito parlare, da non molto invece si sono ricreate queste “accoglienze”; quindi il ritorno in alcune città della Ruota degli “Esposti” è avvenuto proprio per evitare gli abbandoni di neonati nei posti più disparati e secondo me un’antica novità che salva gli innocenti ignari e soprattutto incolpevoli, fermo restando che per agire in tal maniera una mamma dovrà trovarne di coraggio… (che dite?)
com’era la Ruota degli “Esposti”
La ruota degli “Esposti” era davvero una ruota costruita in legno, parecchio somigliante ad un tamburo, e divisa in due parti: una dava all’interno e l’altra all’esterno ma chiuse una dall’altra; questa ruota di legno corrispondeva all’esterno con una fessura grande abbastanza da far entrare un neonato e grazie proprio al divisorio tra le due parti, nessuno da dentro poteva vedere chi depositava il bambino nella parte esterna.
Non appena il neonato veniva lasciato, la persona all’esterno faceva girare la “Ruota” in modo da far apparire all’interno, il bambino “esposto” che veniva quindi preso in consegna per essere curato, dal personale che molto spesso corrispondeva a delle suore.
e com’è fatta?
Ora la Ruota degli “Esposti” proprio perché ripristinata non ha una forma come l’originale antica, si tratta semplicemente di dare la possibilità alle mamme in difficoltà e che non possono occuparsi del neonato per loro personali motivi, di poterlo lasciare in ospedale in maniera anonima garantendo così al piccolo di essere assistito e sperare poi in un’adozione futura.
la campanella
Come si poteva sapere che era stato depositato un neonato nella ruota?
Accanto alla ruota vi era molto spesso una campanella, questa veniva suonata quando il neonato era depositato nella Ruota degli “Esposti”, in questa maniera chi era all’interno del convento o dell’ospedale veniva avvisato della presenza di un bambino depositato o per meglio dire “esposto”;
oltre alla campanella vicino alla buca dove veniva inserito il piccolo vi era un’altra fessura dove si poteva lasciare qualcosa in segno di un eventuale futuro riconoscimento, ove vi fosse stata una richiesta da parte di qualche madre pentita.
la ruota a Napoli
Nell’ultimo viaggio a Napoli con il gruppo questa volta abbiamo visitato il complesso della Santissima Annunziata che ospita ancora una Ruota degli “Esposti” allora la più famosa in Italia e in disuso ormai dal lontano 1875.
Vedere “dal vivo” una Ruota degli “Esposti” infonde tristezza e fa pensare a quanto sia stato difficile per quelle madri giungere a tale decisione, ma meglio in una “ruota” che in un cassonetto aggiungo io, se proprio…
nella Santissima Annunziata
Il complesso della Santissima Annunziata è una delle istituzioni più antiche ed importanti dell’allora Regno di Napoli che racchiudeva la chiesa, l’ospedale e il ricovero dei trovatelli oltre al conservatorio delle esposte.
Nonostante tutto ciò presente fu proprio la Ruota degli “Esposti” a dare fama al complesso intero e proprio qui risale il primo documento di abbandono del lontano milleseicentouno.
la ruota a Roma
Se a Napoli ve n’è una famosa, non meno nota un’altra Ruota degli “Esposti” la possiamo trovare a Roma accanto all’Ospedale santo Spirito in Sassia, molto vicino al Vaticano;
certo ora non è più in uso, ma ancora visibile e risalente al lontano Medioevo proprio per il motivo di cui sopra abbiamo detto e grazie all’allora papa Innocenzo III; visibile così com’è anche la targa che è lì vicina riportante una richiesta in romanesco:
“Elemosine per li poveri projetti dell’hospidale“.
Questa di Roma fu forse la più antica in Italia che riuscì a salvare tanti neonati che sarebbero certamente deceduti e vide la sua chiusura definitiva nel 1923.
da un paio di cognomi
E sì, le origini di un paio di cognomi derivano proprio dalla Ruota degli “Esposti” e dal modo di lasciare in deposito i neonati: esposti o proiettati da madri ignote.
Non è difficile quindi derivare i due tipi di cognomi Proietti più romano dato il suo significato essere trovatello ed Esposito tipico napoletano da esposto nella ruota.
fino ad un’offesa romana
Riguardo invece l’offesa romana, questa deriva dall’essere ignota la madre, pertanto il bambino veniva registrato come un figlio di madre ignota che all’epoca veniva quindi indicato come “filius matris ignotae“ e la stessa iscrizione se la si va ad abbreviare diventa un’offesa abbastanza volgare “filius m.ignotae“ molto facile da intuire che certamente qui non ripeterò.
Se siete in visita a Napoli recatevi al Complesso della Santissima Annunziata o se siete a Roma osservate l’esterno dell’Ospedale Santo Spirito e troverete le famose ruote;
se poi in giro ne trovate altre fatemi sapere, sarà un piacere conoscerne di più di queste.
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