Accendere la radio, ascoltare musica e poi un notiziario.
Tra le varie informazioni ne arriva una che mi fa interrompere la colazione, e sì che io ci tengo alla colazione!
La notizia
Il giornalista ci informa chiaramente: “un signore in vacanza in Turchia ucciso nel suo camper, la moglie riesce a chiedere aiuto…”
Mi va quasi il caffellatte di traverso.
Assurdo dico io, riflettendo: nemmeno in vacanza si può stare in pace…
è confermata
Poco più tardi un altro notiziario conferma la notizia ed aggiunge che il signore è rimasto ucciso in una rapina, da alcuni malviventi entrati di soppiatto dall’oblò: ohibò!
Questa notizia mi gira per la testa tutto il giorno e mi chiedo come mai tra tante località si possa scegliere proprio uno dei paesi a rischio;
scuoto il cranio e mi rispondo che sarebbe bello visitare anche la Turchia, ma con questi rischi non so poi…
Queste considerazioni le fanno anche i giornalisti, che non lesinano nel dire che questi camperisti dovrebbero informarsi prima di andare in vacanza…
e ripetuta
Stessa radio, stessa colazione, il giorno seguente.
Il notiziario questa volta ripete nuovamente la notizia, il signore deceduto per causa altrui, era italiano, di Genova in vacanza in Turchia.
Ma possibile? mi dico sempre riflettendo.
ora però, diversamente.
Il terzo giorno la colazione e la mia radio sono identiche.
La notizia questa volta muta espressione.
Un camperista è rimasto ucciso nel suo camper a causa di una rapina effettuata da due malviventi, tossici, in seguito identificati grazie alle urla della moglie che hanno fatto intervenire chi di dovere.
Rimane sempre la convinzione del giornalista: il camperista era in vacanza, con commenti inutili da ripetere.
Ma di quale vacanza stiamo parlando?
Il quarto giorno, sempre a colazione e sempre la mia fidata radio con il notiziario.
Il camperista di Genova ucciso durante la rapina nel proprio camper, non era affatto in vacanza, ma in missione umanitaria per una nota associazione.
Il camperista era in missione umanitaria, ma non era armato come la NATO, aveva cibo e medicine, perché così sono le missioni umanitarie; non esporatano “democrazia” ma consegnano viveri.
I giornalisti che comunicano alcune notizie, credo si debbano prima informare per bene… poi esporle nei canali adeguati e riservati.
Sono sempre più convinta che le missioni umanitarie siano utili se non indispensabili, ma mi chiedo se sia giusto il prezzo corrispondente da pagare.
Ciao signore di Genova, sarai per sempre ricordato.
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