Una parte di Roma che non c’è più sulla via Appia Antica, quasi nascosto perché poco conosciuto è Capo di Bove, andiamo?

di cosa si tratta

Capo di Bove è uno dei siti archeologici che si trovano a Roma, qui siamo sulla via Appia Antica poco distanti dal Mausoleo di Cecilia Metella, al cui interno ci sono le terme e una grande proprietà che forse era di Erode Attico e relativa consorte Annia Regilla.

 

 

un po’ di storia

Camminando sulla via Appia Antica troviamo questo sito un tempo di proprietà privata ma diventata del governo agli inizi del duemila lasciando comunque l’uso agricolo dei terreni.
Questi agli inizi del milletrecento furono acquistati dall’allora cardinale Caetani unitamente al casale di Capo di Vacca dove fece costruire un castrum proprio vicino al mausoleo di Cecilia Metella.

perché questo nome?

Molto probabile la derivazione del nome di questa tenuta è data dai fregi e varie decorazioni che si trovano sulla cima del sepolcro di Cecilia Metella.

gli scavi scoprono le terme

 

 

Si sa che scavando vengono alla luce varie cose, e qui ecco apparire delle terme addirittura del secondo secolo.

 

 

Queste terme sembra furono utilizzate per almeno due secoli ma soltanto in privato dai proprietari e le scritte che si sono trovate dimostrano le origini greche di Erode Attico.
Come in qualsiasi terme romane anche qui si trovano le varie camere per i vari tipi di bagno: caldo (calidarium), tiepido (tiepidarium) freddo (frigidarium) rifornite da due grandi cisterne.

 

 

e poi il casale

Non solo terme ovviamente, ma qui a Capo di Bove possiamo vedere anche un casale costruito sulla cisterna romana che negli anni quaranta del secolo scorso il precedente proprietario ha trasformato in una villa, finché poi nel duemila avviene l’acquisizione da parte del Ministero dei Beni Culturali.

con varie mostre ed esposizioni

Sì, qui molto spesso avvengono mostre ed eventi culturali oltre ad esposizioni di opere d’arte; ma in pianta stabile troviamo l’archivio di Antonio Cederna.

infine la sorpresa!

Durante gli scavi nel 1999 sono stati trovati due tubi di piombo con incisa la data “30.9.1929”; la sorpresa non fu poca nell’aprire questi tubi perché non erano affatto vuoti ma al loro interno vi erano delle lettere e altri documenti testimoni di una corrispondenza d’amore forse, chissà non finita bene.

 

Le lettere nei due pacchi erano mantenute molto bene perché sigillate proprio dai tubi e così niente aveva potuto rovinarle; la persona che scrisse le lettere era convinto che questo era un luogo adatto per affidare le sue lettere di amore disperato affinché rimanessero in eterno.

Visitare si può?

 

 

 

 

 

 

 

Certamente, il sito archeologico si trova in Via Appia Antica al numero 222, raggiungibile con il bus 118 o con i propri mezzi.
Ma per conoscere meglio orari aggiornati e quant’altro meglio consultare il sito web.