Una passeggiata nell’alto Lazio in provincia di Rieti a Collalto Sabino, quasi al confine con l’Abruzzo che ci accoglie come in un abbraccio con tutti i suoi vicoli e viottoli.
dai Longobardi
Come al solito la storia di Collalto Sabino risale a molto tempo fa; sembra addirittura all’epoca dei Longobardi quando questi erano i proprietari dei ducati di Spoleto e Benevento;
ovviamente non dei soli Longobardi possiamo dire essere i distruttori di alcuni luoghi in zona, tra cui l’antico villaggio chiamato Carseoli dove ora insiste Civita di Oricola.
In seguito a questi eventi arrivarono i “famosi” saraceni che convinsero quelle poche persone rimaste a vivere in questo luogo, a costruire una torre di difesa;
la torre che inizialmente fungeva quale difesa contro i vari attacchi ben presto diventò un centro abitato.
a Farfa, tra due confini
I Longobardi prima, i Saraceni dopo fino a diventare nell’undicesimo secolo una proprietà dell’Abbazia di Farfa;
in questa terra i benedettini stabilirono un loro monastero che presto venne ceduto alla famiglia dei Marsi in cambio di un canone annuo da corrispondere ai frati stessi.
Collalto Sabino si trova in un punto strategico, tra due confini: un tempo tra lo Stato Pontificio ed il regno di Napoli che lo rese molto importante per i viaggi dell’imperatore Federico II di Svevia; questi viaggi resero molto famosa ed importante la località tanto che la sua potenza condusse la cittadina al diritto di avere una propria moneta e di allargare le fortificazioni già presenti con la torre di difesa. Lentamente ma non troppo, questa torre divenne un castello vero e proprio con una cinta muraria imponente che ancora si può osservare.
un Borgo religioso e dal nome composto
Tra i boschi e le pianure della Sabina ecco che appare Collalto Sabino, con il suo nome composto che deriva proprio dalla sua posizione sul colle omonimo Collis Altus e dai suoi primi signori da cui nacque la baronia de i Collalto.
Perché un borgo religioso? La risposta la troviamo nelle sue tradizioni popolari maggiormente religiose che ai giorni nostri sono ancora affascinanti ed interessanti con vari appuntamenti sparsi durante il corso dell’anno rendendo sempre più attraente il centro storico.
Durante la mia visita era in corso la festa per eccellenza, il Natale, quindi ogni bottega artigiana allestita a festa per l’occasione dava vita ai vicoli e vialetti di gioia e festosità;
ogni persona invitava ad entrare ed ammirare quanto di bello sia l’artigianato e la possibilità di assistere alle creazioni, rendeva tutto più vero e vivo.
con la chiesetta d’altri tempi
Sembra una chiesetta uscita da una fiaba, invece si tratta di una chiesa cattolica romana che è unita ad un palazzo nominato Villino Latini e la possiamo vedere fuori le mura di Collalto Sabino, salendo sulla destra.
La chiesa dedicata alla Madonna della Speranza come si vede benissimo, non è di nuova costruzione ma addirittura risale alla metà del millesettecento e il suo stile si stacca molto dall’ambiente, per questo secondo me sembra uscita da una favola; qui per la sua unicità vengono celebrati matrimoni o altri eventi culturali, ma è molto molto carina.
e il Castello baronale
Questa è una dimora imponente con le origini nel lontano milletrecentocinquanta, la cui fortezza è addirittura antecedente;
la parte abitata ha subìto variazioni seguendo i gusti dei vari proprietari, i cui più importanti furono i Barberini e la cui testimonianza ci è data dal loro simbolo con le tre api in ogni parte del castello (come pure sopra l’altare maggiore di San Pietro in Vaticano 😉 ).
La famiglia Rinaldi nel 1993 ha provveduto ad altre ristrutturazioni permettendo di far riprendere al castello una buona parte del suo splendore; ora è di proprietà privata e proprio per questo non è possibile visitarlo per intero, ma per quanto si possa è comunque possibile avere una vista panoramica molto interessante e gli interni aperti al pubblico rendono molto bene l’idea della sua grandezza e fortezza.
che d’inverno si trasforma nel Paese di Babbo Natale 🙂
E già, in inverno, nel mese di dicembre questo piccolo Borgo si trasforma e diventa il Paese di Babbo Natale; ed è proprio in questo periodo che con alcuni FanS si è andati a visitarlo.
L’accoglienza è stata delle migliori, la Pro-loco a dir poco ci ha atteso dal primo momento e il Sindaco… anzi la SindacA ci ha dato delle “persone fantastiche” e ci teniamo a dirlo a gran voce!
Arrivati e parcheggiati sotto il castello siamo andati in giro (ovviamente) e alla scoperta di tutte le botteghe artigiane presenti: dalle salsicce alle casette per il presepe passando per gli abiti in lana fino a giungere alla vera casetta di Babbo Natale. Sembra strano eppure lo abbiamo trovato in un momento di pausa, stanco e sulla sua poltrona, mentre tentava di riposarsi un po’ da tutti i preparativi. E certo che di lavoro ne ha avuto e ne avrà, considerando poi la gran folla arrivata da ogni parte del Lazio ma anche d’Italia (anche noi abbastanza vari) che non smetteva di inserire lettere e letterine; di soli bambini? Ma no, ho visto anche adulti inserire la lettera con le richieste, e chi non ne ha?
dove si mangia pure bene
Come suol dirsi, non ci facciamo mancare niente; quindi si è trovato un buon ristorante locale con un menu a prezzo giusto per il primo giorno e poi abbiamo approfittato de La Locanda del Borgo gestita dalla Pro-loco e che dire di più? Leccarsi i baffi è stato un lavoro comune.
quindi…
Il consiglio è quello di andare e visitare di tutto, fare un bel giro a Collalto Sabino (come noi) per non perdere nulla di quanto è in grado di offrire!
E se andate, fate sapere con un bel commento qui sotto 😉
Con grande sorpresa questo articolo è stato ritenuto tra i migliori del mese di dicembre 2018 dai lettori di Travel365 e si è guadagnato un bel badge:
Che belli questi borghi. Offrono la sensazione di essersi fermati nel tempo per regalare ai visitatori momenti di magia
Verissimo Sabrina,
quando si cammina in questi piccoli luoghi, sembra davvero di essere in un altro mondo, in un’altra epoca; sì, sono esperienze molto belle.
Grazie per il tuo commento 😉