Tra le varie storie e leggende che si trovano a Roma eccone una interessante: la Sedia del Diavolo, la conoscete?
Parliamone, senza paura però!
una tomba o una sedia vera?
La Sedia del Diavolo non è una sedia vera, è una tomba, un’architettura funebre dedicata ad un liberto dell’allora imperatore Adriano il cui nome era Elio Callistio.
Questo sepolcro è nella forma tipica a tempietto che si usava all’epoca e un altro simile lo possiamo trovare sull’Appia antica dedicato ad Annia Regilla.
da tomba
I secoli hanno modificato la forma di questo tempietto ed il crollo della facciata insieme ai resti che sono ancora in piedi hanno reso il tutto simile alla forma di una sedia, o per meglio dire somigliante ad una cattedra vescovile, insomma un bel trono degno di qualcuno “importante”!
a ricovero
Quando la zona era immersa nella campagna e quindi non abitata, questa costruzione veniva spesso usata quale rifugio da viandanti o pastori per riposarsi soprattutto la notte o durante il pascolo.
Spesso veniva usata come dimora da vagabondi e addirittura durante il Romanticismo venne anche rappresentata in alcuni disegni o pitture quale luogo adatto per appartarsi.
tra i fuochi
Il ricovero essendo in campagna non riservava tanto calore, quindi che succedeva?
Chi trovava riparo nella Sedia del Diavolo accendeva il fuoco per scaldarsi durante la notte, provocando così numerosi bagliori rossastri; il colore del fuoco riflettendo sulle mura dal colore tipico dei laterizi con cui è costruita, fecero iniziare una leggenda, che quella fosse la casa del diavolo, ma data la forma ecco che divenne la Sedia del Diavolo.
riti satanici o riti sacri?
Forse qualche rito satanico sarà pure avvenuto lì tra quelle mura, o forse il contrario, chi può dirlo?
Innanzitutto nel Medioevo alcuni credevano che quello fosse il trono di Satana e lui stesso avesse provocato il crollo della facciata per sedersi più comodamente; altri invece lo consideravano un luogo sacro dove recarsi in pellegrinaggio a chiedere grazie e miracoli.
Bel dilemma…
comunque un luogo spirituale
In questo luogo, in questa piccola piazza dove si trova la Sedia del Diavolo si respira comunque un’atmosfera con un significato spirituale, infatti si racconta che un tempo veniva considerata sede di riti funebri per i parenti deceduti oppure addirittura per esorcizzare i lemuri.
I Lemuri o Lemuralia, nell’antica Roma, erano dei riti propiziatori per allontanare lo spirito vendicativo di Remo che aleggiava su Romolo suo assassino.
con sempre il presepe
Strano a dirsi ma nell’interno della Sedia del Diavolo tradizionalmente nel periodo natalizio viene allestito il presepe, ma questo essendo considerato da sempre luogo di Lucifero, gli abitanti della zona si chiedono sorridendo cosa ne pensi proprio Lui.
la sedia del diavolo, la piazza
Appurato quindi che non si trattava di una costruzione di Lucifero, gli abitanti della zona chiesero di far modificare il nome da Piazza Sedia del Diavolo a Piazza Elio Callistio come attualmente ancora si chiama.
e la leggenda?
E certo che è presente anche una leggenda, anzi due, come al Santuario del Divino Amore e come in tanti altri luoghi!
Si narra infatti che su sei mattoni di uuna delle pareti della Sedia del Diavolo, vi siano incise delle lettere che formino la parola Kabala (o Cabala); questa dicano essere una formula magica di un alchimista tal Zum Thurm.
Sbattendo il pugno chiuso contro la scritta e recitando queste parole
“voglio cambiare la storia”
avrebbe ottenuto un grosso cambiamento: sarà vero?
Altra leggenda che ruota attorno a questo luogo è che la “sedia” sia stata posizionata lì proprio dal Diavolo su questa collinetta in campagna ed esattamente alle spalle della Basilica di San Pietro.
Boh!
Comunque, se passate di lì fatemi sapere e attenzione a Lui 😉
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Ciao ho letto con timore ma grazie, andrò sicuramente a vedere questa sedia, magari se riesco senza paura.
Grazie e complimenti per averla resa nota, non conoscevo affatto.
Ciao e grazie a te Claudia,
mi fa piacere che già tu abbia letto questo articolo.
Ma certo, vai e senza timore, ora si tratta di un rudere e pure ben recintato 😉